Counselling: l’Arte di Aiutare le Persone ad Aiutarsi

Counselling

Il Counselling è “un insieme di tecniche, abilità ed atteggiamenti per aiutare le persone a gestire i loro problemi utilizzando le loro risorse personali” (Reddy).

Il counselling è una professione ben presente nella realtà anglo-americana, nel tempo radicatasi anche in Europa.

Il counselling consiste “nell’abilitare il cliente a prendere una decisione, relativamente a delle scelte di carattere personale, come scegliere una attività o un percorso di studio, o a problemi o difficoltà particolari che lo riguardano direttamente” (Burnett).

Un intervento di counselling viene realizzato “quando una persona, che riveste regolarmente o temporaneamente il ruolo di counsellor, offre o concorda esplicitamente di offrire tempo, attenzione e rispetto ad un’altra persona, o persone, temporaneamente nel ruolo del cliente. Compito del counselling è di dare al cliente una opportunità di esplorare, scoprire e chiarire dei modi di vivere più fruttuosi e miranti ad un più elevato stato di benessere” (BAC).

La ragion d’essere del counselling è quella di offrire alla persona che usufruisce dell’intervento l’opportunità di esplorare, scoprire e rendere chiari i propri schemi di pensiero e di azione, al fine di utilizzare al meglio le proprie risorse personali, per poter soddisfare i propri bisogni e desideri, migliorando il proprio stato di benessere.

In sintesi, la finalità del counselling può essere definita dall’espressione “aiutare le persone ad aiutarsi”, attraverso l’utilizzo del colloquio di comprensione / chiarificazione, basato sulla tecniche di riformulazione.

L’intervento di counselling prevede tre fasi, poste in sequenza:

La prima fase ha l’obiettivo di agevolare il cliente nel riconoscimento e nella definizione del problema. Questo avviene attraverso l’azione di facilitazione del counsellor, che si realizza nella messa in atto di tecniche ed atteggiamenti specifici quali: l’empatia; la congruenza; l’accettazione positiva incondizionata; l’ascolto attivo; l’interesse per la persona in quanto tale e non per il problema; l’attenzione focalizzata sul vissuto della persona e non sui fatti che riporta, la tecnica della riformulazione di base. In questa prima fase, è fondamentale che il counsellor focalizzi il suo lavoro sulla comprensione, facendo bene attenzione a sospendere il giudizio;

La seconda fase del colloquio di counselling ha l’obiettivo di agevolare il cliente nella ridefinizione del problema. Questo avviene stimolando la persona ad osservare il problema stesso da un differente punto di vista, utilizzando tecniche avanzate di riformulazione.

La terza fase del colloquio di counselling consiste nella gestione del problema. Il counsellor, in questa fase, facilita la presa di decisione da parte del cliente, senza mai offrire risposte o soluzioni.

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Fonte: “Il counseling” di Luca Nave – XENIA

Immagine: FreeDigitalPhoto.net  – Autore: scottchan

Intelligenza Emotiva: Come Gestire al Meglio Se Stessi e gli Altri

Intelligenza Emotiva

L’Intelligenza Emotiva è la capacità di comprendere le emozioni proprie e degli altri, utilizzare le emozioni nelle scelte importanti, gestire le proprie emozioni e quelle delle persone attorno a noi.

Essere Emotivamente Intelligenti ci aiuta a gestire al meglio la nostra vita privata, il lavoro, e più in generale i rapporti con gli altri.

L’Intelligenza Emotiva comprende tre differenti aree:

Self Awareness: rappresenta la consapevolezza di sé, la capacità di riconoscere qual è lo stato emotivo attuale, quali sentimenti ed emozioni si stanno provando.

Self Management: rappresenta la gestione di se stessi e delle relazioni, la capacità di decidere e scegliere consapevolmente.

Self Direction: rappresenta la capacità di trovare la motivazione, di definire i propri valori ed i propri obiettivi.

Ognuna di queste tre aree prevede e comprende delle specifiche abilità:

Area della Consapevolezza  (Self Awareness): riconoscere e comprendere le emozioni.

Area della Responsabilità (Self Management): gestire le emozioni; gestire le relazioni; sviluppare l’empatia.

Area Prospettica  (Self Direction): trovare la motivazione; perseguire gli obiettivi.

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Fonti: “Intelligenza Emotiva” – Daniel Goleman – Rizzoli / “Intelligenza Emotiva in azione” – Massimiliano Ghini – Gruppo 24 Ore

Immagine: FreeDigitalPhotos.net – Autore: Ambro

Autostima: dalla Consapevolezza all’Accettazione di Sé

Autostima

L’Autostima è il punto di partenza, la pietra miliare di molte cose importanti che riusciamo o non riusciamo a fare. E’ quindi essenziale per la realizzazione di una buona vita, piena di tutto ciò che davvero vogliamo e libera da ciò che non ci piace.

Autostima = valutazione di sé.

Cioè come ci consideriamo persone capaci, importanti e di valore.

Essendo presente una “valutazione personale” ha per forza una connotazione soggettiva.

Non esiste un valore assoluto, come non esiste un valore relativo, visto che la valutazione può variare nel tempo.

L’Autostima si basa su quattro aspetti principali:

  • Consapevolezza di sé
  • Responsabilità personale
  • Valutazione positiva di sé
  • Accettazione di sé

La Consapevolezza di sé
Essere consapevoli dei propri confini, dei propri desideri, dei propri sentimenti e dei propri bisogni, degli obiettivi che ci siamo posti, dei risultati che abbiamo ottenuto e delle nostre modalità di azione nel mondo.

La Responsabilità personale
Sapersi assumere la responsabilità delle proprie scelte e delle proprie azioni, senza attribuirla all’esterno, evitando al contempo di essere eccessivamente severi con se stessi.

La Valutazione Positiva di sé
Una valutazione positiva di sé consente di avere un atteggiamento rispettoso, fiducioso e costruttivo nei propri confronti e nei confronti di ciò che facciamo e faremo.

L’Accettazione di sé
L’accettazione di sé comprende l’essere rispettosi nei propri confronti, anche nel momento in cui valutiamo criticamente le nostre sensazioni e le nostre decisioni.

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Fonte: “L’Autostima,” di Edoardo Giusti e Alberta Testi – Sovera Edizioni

Immagine: FreeDigitalPhoto – Autore: digitalart